Esco dal mare sulla morbida scogliera. Allegre onde m’hanno cullato respinto più volte giù e su. Il sole lentamente affonda nelle nubi all’orizzonte, in attesa d’immergersi anch’esso.
I colori sfumano verso il blu grigio, salvo là dove l’astro manifestando striature d’arancio e purpureo tramonta.
Ascolto le onde borbottare, battono e sfiorano la pietra, un ritmo incostante moderatamente serrato. La mente viaggia sulle acque verso un paese oggi irraggiungibile, animando echi di musiche lontane, fuse nel vento e nel mare, distorte dal ricordo.
Pebble written (by a homeric trilobite) è il risultato sonoro di questo stato d’animo.
La registrazione del suono delle onde è stata effettuata con un computer palmare, la qualità non è buona; tuttavia su questa sonorità, opportunamente ripulita ed elaborata, si appoggiano tutti gli altri elementi costituenti il brano, la cui durata corrisponde all’incirca a quella della mera registrazione.
Una carenza che trovo spesso nella musica drone/ambient è la sua mancanza di struttura. A me invece piace creare forme sonore, raggiungere un climax. Cosa che non ho mancato di realizzare qui, assai lentamente ma con una brusca conclusione (se con risultati felici o meno lo giudicherà chi vorrà ascoltare).
Ringrazio il team di Audacity e i programmatori degli innumerevoli plugins, perché in questa occasione ho usato soltanto questo editor -quasi una sfida alla mia fantasia digitale- sia per modificare i suoni, sia per crearli ex novo, sia infine per montarli insieme a mo’ di sequencer e mixarli.
Nuovo mixaggio, con curve di volume migliorate e un bilanciamento leggermente differente fra i suoni.
Due nuove fasce sonore sono state aggiunte: una testura corale e un ticchettio.
Anche il mastering usa una combinazione differente di limiter e maximizer (sempre plugins di Audacity).
↓ MoNoKhi - Pebble written (by a homeric trilobite)
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