Tutto ha un inizio e una fine, una fine e un inizio, è quello che mi ripetevo al volante dell’automobile mentre mi avvicinavo alla meta desiderata.
Le previsioni sono favorevoli, mare forza 2 con lievi onde distanziate le une dalle altre.
I chilometri da percorrere a nuoto sono circa 3.
Il punto prescelto è l’ingresso passato il porticciolo di Baratti, dopo il bar e l’affittacamere, in fondo dove arrivare è consentito a piedi, s’intravede un sentiero in un piano di sassi, pietre e ciottoli.
Oggi ti chiedo il permesso di entrare in acqua, oltre la disciplina mi affido alla magia.
Comincia la vestizione. Il mare non è piatto c’è un po’ di vento, mi preparo a entrare, ho tutto l’occorrente con me il sacco boa, le pinne gialle, una muta Tribord che veste bene, all’inizio sembra far entrare acqua fredda dalla cerniera sulla schiena poi passa tutto.
Cominciano le bracciate e comincia lo spettacolo della scogliera che cade in acqua a strapiombo e prosegue anche sotto, la vedo grazie alla maschera con lenti graduate, oggi vedo il mare il suo fondale.
Il mare si fa sentire, è una corrente favorevole che ti schiaccia alla scogliera, metto molta attenzione, di continuo arrivano onde che si innalzano e mi fanno ballettare, l’entusiasmo è così forte che l’unico pensiero è procedere.
Un paesaggio mai visto, ho pensato di essere giunto alle Colonne d’ Ercole immerse tra riflessi e luce blu, abbattute dal mare. Onde blu che mi circondano che s’infrangono negli scogli, il blu sprigiona ossigeno, piccoli gruppi di salpe ferme a ondeggiare sul fondale, i piccoli di castagnole e occhiate giocano a confondersi insieme, nel sospeso.
Proseguiamo, ascolto il respiro, bracciate lente qualche pinnata da seduto quando serve, il sacco boa tende a ribaltarsi, riemergo la bandierina.
Ancora onde irritate e irritanti, la scogliera bagnata non presenta punti d’approdo, continuo e osservo che le previsioni non sono veritiere e non vedo punti d’approdo sicuri, la psicologia della paura comincia a farsi strada, continuo.
Come ho fatto a trovarmi da solo con un mare così?
Potrei tornare indietro, ma sarei anche contro corrente, queste onde mi infastidiscono, uso la magia di un mantra, sento le mie bracciate il respiro la temperatura corporea regge, sono solo immagino di essere in fila a coppia con voi, questo mi rassicura per un po’, ma se qualcosa cedesse…
Vedo una canoa sulla scogliera, procedo, si avvicina un bianco motoscafo con giovani tranquilli, intorno a me ci sono segni di vita umana, procedo.
Comincio a pensare di essere stato troppo superficiale e allo stesso tempo mi chiedo quando l’uomo si trova davanti al bivio della sopravvivenza è lì che scatta qualcosa, rimanere calmi e andare avanti, le condizioni lo permettono, è tutta una questione di testa e di tempo, per quanto tempo posso andare avanti prima di un approdo.
Risparmio le energie, divento impaziente con il tempo procedo, ma sono in allerta.
Un segno, inizio ad imbattermi in banchi infiniti di aguglie, le vedo mi guardano, sembra quasi che mi disegnino un anello intorno, proseguo sulla mia strada d’acqua, mi avvicino e le aguglie si spostano mantenendo questo semicerchio incredibile, mi sento avvolto accolto, il mare è con me, procedo e si intravedono persone rade sulla scogliera, qualcuno mi nuota vicino, sto arrivando.
In alcuni punti il mare è più calmo, sono al sicuro mi avvicino fuoriesco: dal Tempio del Mare passaggio nella Buca delle Fate.