thombînjā è una nazione nel mondo di éstēsā, fondata da na̋ús e qáẅes (Esseri Umani) all’inizio della III Era e da loro principalmente abitata.
mappa generica di éstēsā Nota
Il primo nucleo ne fu la città di hándōmī e i piccoli borghi che vi crebbero intorno, in una zona caratterizzata da boschetti su basse colline e un clima mediamente mite. hándōmī (fiorita o fiorente o floreale) fu forse così chiamata poiché Elfi ed Elfe vi portarono in dono molte piante, fra cui il seme dell’Albero Protettore pȁpyndẅéǰīk.
Durante le guerre della IV Era la città venne un po’ alla volta massicciamente fortificata; un imponente giro di mura alte e robuste, serrate da un doppio cancello che non aveva eguali nel resto di éstēsā Nota, si saldava con le più alte e aspre colline periferiche. Al termine dell’Ultima Battaglia, dopo la misteriosa e dolorosa scomparsa della curatrice phűẅā, la città ricevette il nuovo nome di phűẅaustȳ (letteralmente, rocca o fortezza di phűẅā), con cui è conosciuta oggi.
Alla fine della IV Era nacque l’Unione dei Popoli Liberi, o i Cinque Popoli Uniti, proprio sulla spinta della thombînjā. Oltre quest’ultima, ne facevano parte: víčhēŋ͜g, psêhjā, úmyndoi, ewéìkā, ovvero le altre nazioni che geograficamente cingono la thombînjā.
La Confederazione è spesso definita thombînjā Maggiore (con scarso dispiacere da parte delle altre nazioni) e in questo caso ci si riferisce alla thombînjā originaria come thombînjā Minore o Piccola, o anche thombînjā-Cuore.
Sebbene le singole nazioni che compongono l’alleanza sperimentino governi di tipo differente, l’Unione si diede da sùbito un governo di tipo federale, i cui membri, provenienti dalle cinque nazioni, si riuniscono e operano nella capitale phűẅaustȳ, in connessione con il boschetto sacro che ospita l’Albero Protettore.
Nella t͜hom͜bînjā, particolarmente in p͜hűẅaustȳ, oltre agli Umani, era -e in parte lo è ancora- possibile incontrare esponenti delle altre razze, per esempio eudóí / udijáí (Elfi ed Elfe) e ẅáňǧīr (Nani e Nane), le piccole ǰáýnai dall’éškhandān (una razza unisessuale di aspetto femminile, per la quale non sono in grado di fornire un termine attuale equivalente).
La thombînjā si affaccia anche sul mare, sebbene si ritenga che i primi nuclei della sua popolazione siano giunti via terra, dall’interno; infatti la navigazione è un’arte praticata e perfezionata successivamente alla fondazione di hándōmī. Durante la III Era iniziò la costruzione del porto di ja̋sustȳ, che a seguito di lavori e ampliamenti, divenne uno dei più grandi e attivi porti in éstēsā.
Oltre -nella capitale- al governo locale e dell’Unione, la thombînjā è sede di diverse istituzioni accademiche, centri di studio e ricerca, sale da musica e teatro e arti dell’immagine, e templi e villaggi di monaci e monache; fra questi templi, uno dei più caratteristici, per la sua struttura inusualmente simile a un campo fortificato, è ospitato sull’isoletta di gwőphoi (ò-gwȍphō~jáŋgouke), proprio di fronte a ja̋sustȳ.
Dato il continuo movimento di persone e merci, non mancano alberghi, locande, rifugi, osterie, sia nelle città e nei borghi, sia strategicamente lungo i percorsi. Qui trovereste spesso, ad allietare la serata, uno/a o più musicisti/e, per esempio quel thómẅeš di cui in seguito narreremo le peculiari gesta.