La galleria contiene quasi 80 immagini differenti, il suo caricamento è un po’ lento: pazienta qualche secondo, grazie.
MoNoKhi ha creato una sonorizzazione per questo post sulla base di un ritmo elaborato con la Magic Rhythm Band.
Se l’avvio automatico della riproduzione audio è disabilitato nel tuo browser, ricorda di attivare la riproduzione manualmente, dal player in fondo alla pagina.
Com’è noto, molti Esseri Umani non possono fare a meno di lordare, direttamente e indirettamente, la Terra, il pianeta in cui vivono, iniziando propriamente dalle zone che frequentano e in cui dimorano (la propria “casa estesa”, si potrebbe definirla).
Chiunque può notare come i bordi delle strade carrozzabili, anche quelle poco percorse, siano decorati con grandi quantità di rifiuti, spesso piccoli. Altrettanto evidente è l’inquinamento del mare: distese di petroli, isole di microplastiche e fondali di spazzature varie.
Ma i boschi, le colline, le montagne pure non sono lasciati tranquilli. È davvero improbabile, percorrendo sentieri (persino quelli dove un essere umano privo di una forte motivazione è in grado di arrivare), non rinvenire scarti di questo e quello: bossoli, bottiglie di plastica e vetro, lattine, fazzoletti di carta, nastri e targhe di segnalazione (staccatisi da rami e cespugli), confezioni d’ogni tipo (bevande, cibo, fazzoletti e quant’altro), cicche di sigaretta, e ancora stoffe, corde, plastiche, metalli la cui funzione originaria non è chiaramente identificabile.
Se poi l’imbocco del sentiero è vicino a una strada, ecco una completa discarica abusiva, anche di materiali ancor più nocivi quali batterie esauste e strutture d’amianto, magari frammentate.
Le fotografie testimoniano raccolte effettuate durante corse nei boschi, spesso empiendo tasche o contenitori di fortuna (come barattoli, bottiglie, buste: ovvero quegli stessi rifiuti adatti a contenere). È una parte di quel che è stato recuperato da qualche anno.
Sappiamo che esistono iniziative organizzate con il preciso scopo di portar via dai bei luoghi i rifiuti abbandonati; che col termine anglofono (ma derivante dallo svedese) di plogging l’attività di raccogliere rifiuti si presenta simpatica e divertente –cool-; e il risultato è ottimo.
In più, però, pensiamo che amore e rispetto siano la radice dell’azione e che sua linfa sia la consapevolezza individuale: essa risuona in mente quando appare lo scarto fuori posto, la schiena si china verso terra, mani e tasche si impolverano, e il peso aggiuntivo rende lo zaino più oscillante.
I boschi e i loro abitanti vegetali e animali e spirituali meritano riconoscenza e, poiché la nostra specie proprio non riesce a stare tranquilla, hanno bisogno della cura dal danno inflitto.
Rifiuti, li porto via.
e Jorge Mario Bergoglio, Papa Francesco, si sono più volte espressi sull’argomento.
Riportiamo qui i link a due fra i molti loro interventi: