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Vesak 2022

category image: Tārā Bianca - Decoupage su porzione di tronco, Rita P. (Red Shadows Art)

Nexus Arti e Didattica propone un momento di condivisione in occasione del Vesak.
Cos’è il Vesak? Per chi non avesse letto la nostra precedente esperienza, ecco di nuovo la definizione di Vesak.

Vesak
Il Vesak (Pali: Vesākha; Sanscrito: Vaiśākha) è un giorno speciale, eventualmente sacro, in cui si celebra la nascita, l’illuminazione e l’estinzione (parinirvāṇa) del Buddha Gautama (il Buddha “storico”). Il nome deriva da quello del mese lunare a cavallo fra aprile e maggio usato nell’antico calendario indiano. Questa ricorrenza viene celebrata nel giorno corrispondente alla Luna Piena di maggio (qualora ve ne siano due -evento raro ma possibile-, alcune tradizioni scelgono la prima, altre la seconda).

La prossima Luna Piena nel mese di maggio è prevista per il giorno 16, intorno alle ore 6.
Noi proponiamo di incontrarci domenica 15 maggio 2022, nel pomeriggio.

Il Buddha ottenne il Risveglio proprio nell’Ambiente Naturale, seduto sotto un Albero. Perciò stimiamo sia importante ritrovarsi in un ambiente simile e, pur forse con qualche scomodità, fruire della sua energia vivificante e ispiratrice. Vedi anche il nostro progetto Corri & Respira!

Questa è un’occasione di condivisione spirituale. La vostra partecipazione implica che siate felici di mantenere durante le varie attività proposte i precetti buddisti e di usare consapevolmente la parola: non lasciate sorgere una mente negativa, confusa, rumorosa!
I precetti implicano l’astensione dal fare del male agli esseri viventi, dal rubare e depredare l’ambiente (ciò che implica non lasciare rifiuti!), dalla cattiva condotta sessuale, dalla menzogna e dall’intossicazione (quindi siate moderatǝ con il cordiale).

Non ci sono costi di partecipazione. Potete tuttavia valutare una donazione, anche di modesta entità, che ci permetterà di continuare a organizzare eventi simili.
Vi chiediamo comunque di confermare la vostra presenza scrivendo all’associazione; potete specificare eventuali necessità e potenziali suggerimenti.


Sul sito delle Nazioni Unite si trova questa pagina dedicata al Vesak, il cui testo riportiamo qui, tradotto dall’inglese (con l’aiuto del traduttore di DeepL). Suona quanto mai attuale e purtroppo lascia pensare che da quel lontano anno della pace, gli Esseri Umani non abbiano compiuto progressi significativi.

Vesak...

… il giorno della luna piena nel mese di maggio, è il giorno più sacro per milioni di buddisti in tutto il mondo. Fu nel giorno di Vesak, due millenni e mezzo fa, nell’anno 623 a.C., che nacque il Buddha. Fu anche nel giorno di Vesak che il Buddha raggiunse l’illuminazione, e ancora fu nel giorno di Vesak che il Buddha nel suo ottantesimo anno morì.

L’Assemblea Generale, tramite la risoluzione 54/115 del 1999, ha ufficializzato a livello internazionale il Giorno del Vesak, per riconoscere il contributo che il buddismo, una delle più antiche religioni del mondo, da oltre due millenni e mezzo ha dato e continua a dare alla spiritualità dell’umanità. Questo giorno viene commemorato ogni anno presso la sede dell’ONU e di altri suoi uffici.

Gli insegnamenti del Buddha e il suo messaggio di compassione, pace e buona volontà hanno commosso milioni di persone. Milioni di persone in tutto il mondo seguono gli insegnamenti del Buddha e nel giorno del Vesak commemorano la nascita, il raggiungimento dell’illuminazione e la morte del Buddha.

Un messaggio dell’ex segretario generale, Javier Perez de Cuellar, aǝi buddistǝi nel giorno del Vesak nel maggio 1986 recita:
Per i buddisti di tutto il mondo è davvero una felice opportunità, mentre si commemora la nascita, l’illuminazione e la morte di Gautama Buddha, celebrare il suo messaggio di compassione e devozione al servizio dell’umanità. Questo messaggio è oggi forse più rilevante che mai.
La pace, la comprensione e una visione dell’umanità che superi le differenze nazionali e internazionali sono essenziali se vogliamo affrontare le complessità dell’era nucleare.
Questa filosofia si trova nel cuore della Carta delle Nazioni Unite e dovrebbe essere in primo piano in tutti i nostri pensieri, specialmente durante questo Anno Internazionale della Pace“.


⌈ Aggiornamento del 15 maggio ’22 ⌋
(mentre la Luna eclissa)

Questo che segue è il testo letto nell’occasione. Si tratta di un estratto dal capitolo 80 dell’edizione Italiana di “Old Path, White Clouds” di Thich Nhat Hanh.

Siate diligenti!

Imbruniva quando il Buddha e i bhikkhu giunsero nella foresta degli alberi di sala. Il Buddha chiese ad Ananda di preparargli un luogo per distendersi tra due alberi. Si coricò su un fianco, con il viso rivolto a nord. I bhikkhu gli sedettero intorno. Sapevano che sarebbe entrato nel nirvana quella notte stessa.

Il Buddha guardò gli alberi sopra di sé ed esclamò: “Ananda, guarda! Non è ancora primavera, ma gli alberi sono coperti di rossi boccioli. Vedi come cadono i petali sull’abito del Tathagata e dei bhikkhu? Meravigliosa è la foresta. Vedi a occidente l’orizzonte infuocato dal tramonto? Odi la brezza frusciare tra i rami? Per il Tathagata tutte queste cose sono amabili e commoventi. Bhikkhu, se desiderate darmi contentezza, se volete dimostrare rispetto e gratitudine al Tathagata, c’è un unico modo: vivere secondo l’insegnamento”.

La sera era calda. Il venerabile Upavana fece per rinfrescarlo con il ventaglio, ma il Buddha si oppose.
Forse non voleva che qualcosa si frapponesse tra lui e lo spettacolo del sole calante.

“Non vedo Ananda”, chiese al venerabile Anuruddha. “Dov’è?”.
“L’ho visto piangere nascosto dietro un albero”, rispose un bhikkhu.

Il Buddha disse di fare avvicinare Ananda e tentò di confortarlo:
“Ananda, non essere triste. Quante volte il Tathagata ti ha ricordato l’impermanenza dei dharma! Dove c’è nascita, c’è morte: dove c’è creazione, c’è dissoluzione; dove c’è aggregazione, c’è separazione. Come potrebbe esserci nascita senza morte? Come creazione senza dissoluzione? Come aggregazione senza separazione? Ananda, per tanti anni ti sei preso cura di me con tutto il cuore. Hai speso tutte le tue energie nel servirmi, e te ne sono grato. Grande è il tuo merito, Ananda, ma puoi fare di più. Con un piccolo sforzo, saprai superare nascita e morte, raggiungere la libertà e trascendere il dolore. So che ne sei in grado, e mi renderesti felice”.

Il venerabile Ananda si asciugò le lacrime e disse: ‘Signore, ti prego, non morire in questo luogo. Kusinara è una piccola città di case di fango. Vi sono posti più degni, quali Sampa, Rajagaha, Savatthi, Sakkata, Kosambi o Varanasi. Signore, ti prego, eleggi uno di questi luoghi così che molti possano vederti per l’ultima volta”.

“Ananda” rispose il Buddha, “anche Kusinara è importante, benché sia una piccola città di case di fango.
La foresta è il luogo più gradito al Tathagata. Vedi, Ananda, i fiori di sala che cadono sopra di me?”.

Quindi gli disse di recarsi a Kusinara e di annunciare ai Malla che il Buddha sarebbe entrato nel nirvana nella foresta di alberi di sala durante l’ultima veglia della notte. All’annuncio, i Malla si affrettarono verso la foresta. Con loro veniva un asceta di nome Subhadda. Mentre tutti sfilavano per inchinarsi davanti al Buddha, Subhadda chiese ad Ananda un colloquio privato. Ananda rifiutò, dicendo che il Buddha era troppo stanco.

Ma il Buddha udì la conversazione e disse: “Ananda, conduci l’asceta Subhadda. Il Tathagata parlerà con lui”.

Subhadda si inginocchiò. Da tempo si sentiva attratto dall’insegnamento, ma non aveva mai incontrato il Buddha. Dopo essersi inchinato disse: ‘Signore, conosco maestri spirituali quali Purana Kassapa, Makhali Gosala, Ajita Kesakambalin, Pakudha Kaccayana, Sanjaya Belatthiputta e Nigantha Nathaputta. Ti domando se, nella tua opinione, qualcuno di questi ha ottenuto la vera illuminazione”.

“Subhadda” rispose il Buddha, “non è questo il momento di discutere della loro illuminazione. Subhadda, il Tathagata ti esporrà invece la via con la quale tu stesso potrai ottenere l’illuminazione”.
Dopo avergli esposto il Nobile Ottuplice Sentiero, concluse: “Subhadda, dovunque il Nobile Ottuplice Sentiero venga praticato, troverai persone illuminate. E anche tu, Subhadda, seguendo questa via, otterrai l’illuminazione”.

L’asceta Subhadda sentì il cuore spalancarsi di colpo. Traboccante di felicità, chiese al Buddha di accettarlo come bhikkhu. Il Buddha disse al venerabile Anuruddha di celebrare l’ordinazione sull’istante.

Poi il Buddha abbracciò con lo sguardo i bhikkhu che gli sedevano attorno.
Erano cinquecento, perché molti bhikkhu che si trovavano nelle vicinanze erano accorsi. Così parlò loro il Buddha:
“Bhikkhu! Se avete dubbi o perplessità riguardo l’insegnamento, questo è il momento di esporli al Tathagata. Non perdete questa opportunità, per non dovervi più tardi rammaricare dicendo: ‘Quel giorno ero a faccia a faccia con il Buddha, e non l’ho interrogato”.

Tre volte il Buddha ripeté l’invito, ma nessuno parlò.

Allora il venerabile Ananda esclamò: “Meraviglioso, signore! Ho fede nella comunità dei bhikkhu, ho fede nel sangha. Tutti hanno compreso con chiarezza l’insegnamento. Nessuno nutre dubbi o perplessità riguardo all’insegnamento e al sentiero per realizzarlo”.

“Ananda” disse il Buddha, “tu parli per fede, ma il Tathagata ha la diretta conoscenza. Il Tathagata sa che tutti i bhikkhu presenti nutrono fede profonda nelle Tre Gemme. Tutti hanno già ottenuto almeno lo stato di Colui che è entrato nella corrente”.
Abbracciò ancora con lo sguardo la comunità e disse: “Bhikkhu, ascoltate le parole del Tathagata. I dharma sono impermanenti. Dove c’è nascita, c’è morte. Siate diligenti nello sforzo di ottenere la liberazione!”.

Il Buddha chiuse gli occhi. Aveva pronunciato le sue ultime parole.
La terra tremò.
I boccioli di sala scendevano come una pioggia.
Tutti si sentivano scossi nel corpo e nella mente.
Seppero che il Buddha era entrato nel nirvana.

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